Chavez e Maduro hanno fatto del Venezuela un narco-Stato



(Tempo di lettura 5 minuti - 13.05.2020)

È notizia recente che l'amministrazione di Donald Trump ha lanciato una offensiva contro il regime venezuelano offrendo una taglia di 15 milioni di dollari a chi collabori nella cattura di Nicolas Maduro. Svariati milioni sono stati messi anche sulle teste di diversi gerarchi del regime chavista e la motivazione è il traffico di tonnellate di droga che transita dai porti e aeroporti del Venezuela e riforniscono il mercato americano.

Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Maduro è al vertice di una organizzazione criminale per il narcotraffico. Nel corso degli anni si è passato da una situazione di collusione tra i cartelli della droga ed alcuni membri delle istituzioni venezuelane (in particolare militari) alla gestione attiva del narcotraffico da parte della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Negli ultimi anni si è detto molto sul "Cartel de los Soles" e cioè di una organizzazione, più o meno stabile e attiva, di militari venezuelani dediti al traffico di cocaina. Per la prima volta si utilizzo l'espressione "Cartello dei Soli" (per via delle mostrine a forma di sole esibite sulle divise dai generali venezuelani) nel 1993 quando alcuni generali della Guardia Nacional (GN) sono stati indagati per traffici illeciti.

Nella fase iniziale il coinvolgimento prevedeva la partecipazione di gruppi di cellule attive, a più livelli delle forze armate (marina militare, esercito, aeronautica, ecc...) nel traffico della polvere bianca. Probabilmente è ancora presto per avere una visione completa ed approfondita di come si sia evoluto nel tempo questo fenomeno criminale ma, almeno all'inizio, i militari prendevano dei compensi per chiudere un occhio sui traffici illeciti.

Nella prima decade del nuovo millennio alcune cellule della Guardia Nazionale divenivano parte attiva nei traffici provvedendo all'acquisto immagazzinamento e trasporto della cocaina. Un anno importante ai fini della diffusione di questo malcostume è il 2002. Infatti in quell'anno finiva il processo di pace tra la guerriglia di ispirazione marxista (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia - FARC) ed il governo della Colombia che da quel momento inizio ad esercitare una pressione crescente sulla guerriglia che fu costretta ad innovare sul piano strategico per assicurarsi la sua stessa sopravvivenza.

Poi, il 2002 è un anno di svolta per i rapporti tra la sfera politica e quella militare in Venezuela. Infatti nel 2002 l'allora Presidente del Venezuela Chavez subì un tentativo di colpo di stato che ebbe come conseguenza la chiusura del cerchio dei militari leali allo stesso Chavez con contestuale fidelizzazione di tutte le forze armate mediante il riconoscimento agli esponenti in divisa di alte cariche pubbliche e monopoli su ricche attività lucrative (cfr. La rivoluzione bolivariana e la militarizzazione del Venezuela).

Man mano che si avanza verso i nostri giorni, si sono verificati dei fatti di cronaca in base ai quali è sempre più convincente l'esistenza di stretti legami tra le autorità politiche e militari ed il narcotraffico. Per esempio, nel agosto del 2011 un piccolo velivolo decollato dalla base militare "La Carlota" a Caracas veniva intercettato nello Stato Falcon, nel nord del Venezuela, con 1400 kg di cocaina. In merito le autorità militari e governative hanno rilasciato dichiarazioni non proprio lineari e convincenti sull'accaduto alimentando cosi il forte sospetto di una complicità tra il crimine organizzato e le alte sfere governative.

Nel settembre del 2013 un volo della linea aerea Air France decollato dall'aeroporto di Maiquetia - Caracas atterrava a Parigi con 1,3 tonnellate di cocaina e ciò porto all'arresto di diciotto persone tra cui diversi militari di vario rango della Guardia Nazionale. Con questi episodi si è sempre più accreditata la tesi secondo cui alcune parti delle forze armate, che agiscono talvolta come fazioni concorrenti, sono attive nel traffico di droghe.

Secondo l'autorità antinarcotici americana (Drug Enforcement Administration - DEA) mentre il Venezuela si avvolge in una spirale di completa rovina, Maduro si mantiene alla guida del paese grazie ad una industria che permea l'architettura istituzionale a più livelli e rende possibile che grandissimi quantitativi della cocaina colombiana passino per il Venezuela con destinazioni finali gli USA ed Europa.

Secondo Mike Vigil, capo delle operazioni internazionali della DEA, da Chavez a Maduro si è avuta una escalation dei traffici clandestini: il primo consentiva ai generali di alto rango di partecipare ai traffici di droga mentre, con il secondo, le autorità politiche diventano parte attiva nei traffici illeciti che hanno fatto un vero e proprio salto di qualità. Tra le molte testimonianze c'è anche quella del ex capo del Servicio Bolivariano de Intelligence (SEBIN), generale Manuel R. C. Figueroa, che ha visto con i propri occhi come funziona il regime e ritiene evidente che Nicolas Maduro è a capo di una impresa criminale fortemente corrotta.

Addirittura nel 2016 scoppia lo scandalo dei "narcosobrinos" per cui i nipoti della first lady venezuelana Cilia Flores sono stati arrestati, e successivamente condannati a 18 anni di prigione, perché coinvolti nel traffico di 800 kg cocaina forniti dalla guerriglia colombiana (FARC) e destinati negli Stati Uniti via Haiti. Nel 2017 l'attuale Ministro del Petrolio Tareck El Assaimi, allora Vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, fu accusato e sottoposto a sanzioni economiche da Washington perché ritenuto responsabile di narcotraffico a livello internazionale e lavaggio di denaro.

Alla recente incriminazione per narcoterrorismo in base anche agli stretti contatti tra Caracas, da un lato, ed il gruppo di terroristi di Hezbollah e la guerriglia delle FARC, dall'altro, Maduro ha risposto, come al suo solito, denunciando una cospirazione ai danni del Venezuela da parte di Colombia e Stati Uniti. Non è possibile ad oggi avanzare ipotesi sul futuro del Venezuela che paradossalmente, viste le enormi riserve di petrolio di cui dispone il paese, vive in una condizione di scarsità persino di combustibile.

Sicuramente il regime chavista è soggetto ad una forte pressione sul fronte internazionale e non si può scartare completamente, anche se si tratta di uno scenario estremo, l'ipotesi di un intervento armato degli USA per scardinare la narco-dittatura di Maduro come è stato fatto con il regime di Manuel Noriega in Panama nel lontano 1989.

Le fonti consultate:

Carmine Pinto: Il Venezuela è un narco-Stato. Il partito repubblicano chiede a Trumpdi dichiararlo 

Giovanni Giacalone: Il Venezuela da “narco-Stato” a “Stato-mafia” dove dominano iCartelli

Rocco Cotroneo: Usa, taglia di 15 milioni su Maduro «Arrestatelo, ci inonda dicocaina»

El Nuevo Herald: ¿Porqué Venezuela es un narcoestado? 

ABC: ABC destapó en exclusiva la vinculación del régimen chavista de Venezuelacon el narcotráfico

Harriet Alexander: The dirty money and drugs keeping Venezuela's Nicolas Maduro in power

InSight Crime: Cartel of the Suns

Euronews: Sanzioni Usa contro Vicepresidente Venezuela accusato di narcotraffico

La Repubblica: Venezuela, Usa incriminano Maduro per narcoterrorismo 





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