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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Da Trump a Biden, la politica negli USA è in transizione

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(Tempo di lettura 12 minuti - 19.11.2020) Nonostante lo spoglio elettorale abbia determinato la vittoria del candidato democratico Joe Biden alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Donald Trump non accetta la sconfitta e minaccia azioni legali per ribaltare il risultato della competizione. Nelle prossime settimane e fino all'investitura ufficiale del nuovo presidente, prevista per il 20 gennaio 2021, si assisterà agli ultimi colpi di coda dell'amministrazione uscente. Si tratta di un fenomeno noto agli analisti e definito " Midnight Ruling ", e cioè, quella prassi comune a tutte le amministrazioni uscenti di adottare il maggior numero di provvedimenti nell'ultimo periodo del mandato in modo da ostacolare il successore alla Casa Bianca. Prima di vedere gli ultimi atti dell'amministrazione guidata dal magnate newyorchese e, al fine di agevolare il lettore nella difficile valutazione del suo mandato, vale la pena tracciare un bilancio di sintesi del govern

In passato ho collaborato con diverse pagine, ecco alcuni dei miei articoli:

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Archivio Disarmo: L'abolizione delle armi di distruzione di massa in Medio Oriente Il programma militare nucleare israeliano - Parte prima Il programma militare nucleare israeliano -Parte seconda La conferenza di Washington del 12 – 13 aprile 2010: tra certezze ed ambiguità inizia il cammino per la costruzione del nuovo pilastro dell'ordine nucleare mondiale Yukiya Amano: “La sfida nucleare”Analisi e commento della conferenza del Direttore Generale della AIEA The Zeppelin: Dove stanno andando i Brics Si intravede un accordo politico in Venezuela I negoziati in Venezuela sono in stallo Geopolitical Review: Tra minaccia terrorista e sicurezza nucleare: come si muove la comunità internazionale? Arianna Editrice: Le elezioni presidenziali in Colombia: tra sistema politico e relazioni internazionali La curiosa vicenda internazionale delle Malvine La Conferenza di Londra sull'Afghanistan: Una nuova e migliore strategia?

Missione ONU sul Venezuela: i leader della rivoluzione bolivariana responsabili di crimini contro l'umanità

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(Tempo di lettura 5 minuti - 05.11.2020) È ragionevole pensare che stiamo andando incontro ad un momento di maggiore consapevolezza dell'opinione pubblica globale circa le ingiustizie, la violenza e gli abusi perpetrati dal governo socialista della Repubblica Bolivariana del Venezuela nei confronti dei cittadini dissidenti. Per quanto i processi politici che si svolgono in seno alle più importanti organizzazioni internazionali sfocino talvolta in vistosi paradossi (nel mese di ottobre 2019 il Venezuela, guidato da Nicolas Maduro, è stato ammesso nel Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU) è innegabile che gli esiti dell'indagine svolta dalla Missione Indipendente di Investigazione delle Nazioni Unite (d'ora in poi la Missione) sulle atrocità commesse in Venezuela pongono il mondo intero davanti ad una realtà difficile da negare. Nonostante siano già diversi anni che organizzazioni non governative, giornalisti oppositori al regime o semplici cittadini denunciano le ondate

Uno sguardo alla difficile situazione politica del Libano

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(Tempo di lettura 4 minuti - 14.09.2020) Tra interventi di potenze straniere, guerre di varia natura e terrorismo, il Medio Oriente, con la sua estrema volatilità politica, ci ha abituati ai peggiori scenari di crisi. Il Libano, scosso pesantemente lo scorso 6 agosto da una esplosione nella zona portuale di Beirut che ha causato 190 morti e migliaia di feriti, è un buon esempio dei sussulti, delle contraddizioni e delle turbolenze che caratterizzano la vita della regione. Nel Paese dei Cedri sono presenti ben 18 confessioni religiose e la popolazione complessiva è ripartita quasi alla pari tra cristiani e musulmani. Questa ricchezza di identità religiose e culturali, se è vero che ha reso da sempre il Paese particolarmente affascinante, è anche vero che, è fonte di tensioni nella vita civile e politica. Infatti il Libano attraversa da mesi una complessa crisi caratterizzata da molteplici sfaccettature e, purtroppo, la classe politica non sembra in grado di offrire ragionevoli vie di us

Le popolazioni indigene, i loro diritti e le minacce alla loro sopravvivenza

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  (Tempo di lettura 3 minuti - 07.09.2020) Il 9 agosto di ogni anno ricorre la giornata mondiale delle popolazioni indigene. Si tratta di 300 milioni di persone (circa il 4% della popolazione mondiale) suddivise in centinaia di comunità etniche presenti in tutti i continenti del pianeta. Sul piano internazionale, solo agli inizi degli anni ottanta del secolo scorso è emersa con chiarezza la questione dei diritti delle comunità tribali, infatti, secondo la Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, una comunità appartiene alla categoria delle popolazioni indigene quando presenta un forte legame con il territorio, esprime una forte identità etnica ed è subordinata ad altri settori della società che hanno su di essa un ruolo dominante. Yanomami, Pigmei, Lapponi, Naga, Inuit e Ottentotti sono solo pochi nomi della miriade di comunità tribali che sono attualmente minacciate dalla deforestazione, dall'estrazione mineraria, da progetti infrastrutturali, da nuovi fenomeni climati

La crisi del Venezuela ed il report dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani

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(Tempo di lettura 8 minuti - 31.08.2020) Introduzione In questo spazio sono state già fatte delle riflessioni sulla situazione di grave deterioro in cui versano i diritti umani nella Repubblica Bolivariana del Venezuela ed un recente documento, pubblicato dal Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU, offre una preziosa occasione per approfondire l'argomento. Anche se diverse organizzazioni non governative (ONG), politici di opposizione e diversi canali mediatici lamentano da tempo una pluralità di abusi perpetrati dal governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela ai danni dei cittadini e della società civile, non c'è ancora un verdetto ufficiale di condanna emesso da una giurisdizione internazionale contro l'esecutivo venezuelano. Il degrado della vita civile e politica in Venezuela è acuito dalle condizioni rovinose in cui versa la democrazia del paese e da forti squilibri per cui una cerchia ristretta di persone esercitano un potere praticamente assoluto sulla societ

Le proteste in Cile: dal libero mercato alla disuguaglianza sociale?

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(Tempo di lettura 5 minuti - 05.06.2020) Nel 1990 si è avviato in Cile un processo di transizione dalla dittatura verso la democrazia, un processo fondato su un patto sociale e su un modello economico di libero mercato che oggi è pesantemente sotto accusa. Tutto ebbe inizio il 18 ottobre 2019 con delle proteste studentesche per via di un aumento delle tariffe del trasporto pubblico della metropolitana. Le proteste sono degenerate in scontri tra i cittadini e le forze di polizia e, per la prima volta dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet, è stato addirittura imposto il coprifuoco. Paradossalmente, in trenta anni di governi democratici, il Cile ha raggiunto alti livelli di crescita economica che, secondo una lettura assai diffusa, avrebbero beneficiato solo alcuni settori benestanti lasciando indietro parti significative della società e dando luogo a forti disuguaglianze. Anche se i cileni possono oggi vantare standard di vita di gran lunga migliori rispetto a quelli di cittadin

Se c'è "capitalismo clientelare" non c'è libero mercato

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(Tempo di lettura 3 minuti - 19.05.2020) Il capitalismo è un sistema economico che sussiste quando è tutelata la proprietà privata dei mezzi di produzione ed è garantita la libertà di impresa ad una pluralità di soggetti in competizione per la ricerca del profitto che remunera il capitale investito ed il rischio di impresa assunto dagli operatori economici. Quando il governo interviene nell'economia si può al massimo parlare di economia "mista" o, nel caso si realizzi una completa pianificazione centralizzata dell'economia, di socialismo. Diversamente, si parla di "capitalismo clientelare" o "capitalismo di relazione" ("crony capitalism" in inglese) quando, in una economia formalmente capitalista, il successo economico di una o più imprese, non è il frutto del merito degli imprenditori ma è la conseguenza della stretta relazione tra gli imprenditori stessi ed i funzionari di governo. In sostanza nel capitalismo clientelare prevalgono il f

Chavez e Maduro hanno fatto del Venezuela un narco-Stato

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(Tempo di lettura 5 minuti - 13.05.2020) È notizia recente che l'amministrazione di Donald Trump ha lanciato una offensiva contro il regime venezuelano offrendo una taglia di 15 milioni di dollari a chi collabori nella cattura di Nicolas Maduro. Svariati milioni sono stati messi anche sulle teste di diversi gerarchi del regime chavista e la motivazione è il traffico di tonnellate di droga che transita dai porti e aeroporti del Venezuela e riforniscono il mercato americano. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Maduro è al vertice di una organizzazione criminale per il narcotraffico. Nel corso degli anni si è passato da una situazione di collusione tra i cartelli della droga ed alcuni membri delle istituzioni venezuelane (in particolare militari) alla gestione attiva del narcotraffico da parte della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Negli ultimi anni si è detto molto sul "Cartel de los Soles" e cioè di una organizzazione, più o meno stabile e attiva, di m

Il futuro dell'Africa passa anche attraverso le regole della partecipazione politica

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(Tempo di lettura 5 minuti - 10.05.2020) Già sul finire dello scorso mese di marzo quasi tutti i 54 stati in cui si suddivide il continente africano registravano casi di contagio da Covid-19. Indubbiamente, la pandemia avrà effetti devastanti su milioni di africani ed in particolare su quelli che vivono in paesi privi di quei sistemi sanitari ed assistenziali necessari per affrontare adeguatamente l'emergenza. Molto duro sarà anche l'impatto economico della crisi da Coronavirus in un momento in cui sono precipitati i prezzi del petrolio e di altre materie prime essenziali per alcune economie del continente nero come quelle di Nigeria, Repubblica del Congo, Sudafrica, Namibia, Kenya e Ruanda. Ancora peggio per le economie africane è il crollo a cui va incontro il settore turistico che è una fonte di importanti ricavi. Generalizzare comporta, ovviamente, la perdita di molti dettagli, tuttavia, un dato grezzo può rendere l'idea della somma difficoltà in cui si trova l'Afri

Oggi si festeggia la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa

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(Tempo di lettura 5 minuti - 03.05.2020)  Nel 2015 ho collaborato come volontario alla cura del portale di Carriere Internazionali che si occupa ancora oggi, di promuovere la formazione e lo sviluppo professionale di tantissimi giovani presso le più varie organizzazioni internazionali con sede in Italia e all'estero. In quel contesto, sono stato incaricato di redigere un articolo, che vi propongo sotto in corsivo, in vista della giornata che celebra la libertà di stampa a livello mondiale. In questi ultimi cinque anni, fortunatamente, la posizione dell'Italia è sensibilmente migliorata visto che, secondo l'indice che misura la libertà di stampa elaborato da Reporters Without Borders per il 2020, il nostro paese si posiziona oggi al posto n° 41 (rispetto alla posizione 73 del 2015), meglio della Corea del Sud e subito dopo la Repubblica Ceca. I principali ostacoli alla libertà di stampa nel nostro paese sono legati alle minacce e tentativi di assassinio subiti dai giornalist

Lo statalismo dominante in Italia ed il miraggio della "privatizzazione" dell'acqua

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(Tempo di lettura 10 minuti - 22.04.2020) Per chi prospetta soluzioni di mercato per accrescere la prosperità collettiva, l'Italia non è certo una realtà culturalmente favorevole. Nel dibattito politico il nemico pubblico numero uno, capro espiatorio di tutti i mali dell'economia e della società, è sempre e comunque un fenomeno dai contorni non sempre definiti in maniera univoca: il "neoliberismo". Questa percezione della realtà è particolarmente curiosa se si pensa che, secondo la classifica elaborata dal Heritage Foundation per il 2020, basata sugli indici di libertà economica di 180 paesi, l'Italia si colloca nella posizione n° 74, subito dopo il Guatemala e tra i sistemi economici definiti appena "moderatamente liberi". Alla luce di questa modesta posizione sotto il profilo della libertà economica, con un debito pubblico che supera il 130% del Prodotto Interno Lordo (PIL), con una pressione fiscale complessiva che si attesta al 64,8% (la più alta d&#