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Il riarmo del Giappone ed i delicati equilibri geopolitici in estremo oriente

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  (Tempo di lettura 6 minuti – 12.06.2023) Per circa ottanta anni, dalla la fine della Seconda Guerra Mondiale, la politica estera del Giappone è stata ispirata ad un profondo pacifismo, un valore che si può rinvenire ancora oggi nella Costituzione con la quale, il Paese del Sol Levante rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia o all'uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Malgrado la Costituzione sia rimasta invariata, nel dicembre del 2022, il governo del primo ministro Fumio Kishida ha pubblicato una triade di documenti con cui di fatto il Giappone ha rivisitato la propria dottrina di sicurezza aprendo la strada al riarmo in un complesso e teso contesto in cui Tokio deve affrontare diverse sfide strategiche. I documenti con cui il Giappone apre al riarmo sono: Il National Security Strategy – NSS (Strategia di Sicurezza Nazionale) Il National Defense Strategy – NDS (Strategia di Difesa Naziona

Tibet: la dominazione cinese e la dissoluzione di una cultura millenaria

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  (Tempo di lettura 6 minuti – 16.05.2023) Per quasi quarant'anni dal 1913 fino alla annessione cinese del 1950, il Tibet è stata di fatto una realtà politicamente indipendente, con tutti gli elementi costitutivi richiesti dal diritto internazionale affinché si potesse parlare di uno “Stato” vero e proprio. Infatti erano presenti un territorio, una popolazione e un governo sovrano capace di condurre una politica estera. Nel 1951, dopo l'occupazione da parte della Repubblica Popolare Cinese, segui la firma dell' Accordo dei 17 punti con cui si rese ufficiale l'annessione del Tibet alla Cina. Il Tibet avrebbe comunque dovuto beneficiare di alcune tutele in favore del suo sistema politico, della libertà religiosa e dello status del Dalai Lama, tutte promesse disattese da Pechino. Infatti, non bisogna essere tratti in inganno se la Costituzione cinese garantisce l'autonomia del Tibet poiché si tratta di una menzione puramente nominale, di fatto le facoltà del Tibet

Hong Kong, verso una nuova ondata di proteste?

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  (Tempo di lettura 5 minuti – 08.05.2023) Hong Kong, letteralmente “ porto profumato d'incenso ”, è stata per un secolo e mezzo una colonia britannica fino al 1997 anno in cui, in virtù della dichiarazione congiunta sino – britannica del 1984, la città è passata sotto la giurisdizione cinese in qualità di Regione Amministrativa Speciale. L'impegno al tempo preso dalle autorità cinesi è quello di lasciare invariato il sistema economico e politico per cinquanta anni, e cioè, fino al 2047. Ad oggi il principio che regola i rapporti tra Hong Kong e la Cina è sintetizzato dalla formula “un Paese due sistemi” con cui si tenta di salvaguardare l'unità nazionale della Cina e la diversità di Hong Kong che vanta una forte autonomia in tutti i campi esclusi politica estera e difesa. A reggere il sistema giuridico di Hong Kong c'è la Basic Law , la legge fondamentale che garantisce il diritto alla protesta, alla stampa libera e la libertà di parola. A completamento di quest

Le relazioni tra Russia e Cina e la sfida all'Occidente

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  (Tempo di lettura 5 minuti – 24.04.2023) Negli ultimi anni Russia e Cina hanno approfondito i loro reciproci legami mediante una cooperazione ampia e multisettoriale che spazia dall'economia alla politica passando per gli schieramenti militari. Già nel 2014 le due potenze hanno siglato un accordo trentennale per la somministrazione del gas russo alla Cina e, inoltre, Mosca cede il suo petrolio a Pechino ad un prezzo preferenziale. Questo flusso di materie prime è particolarmente importante per il gigante asiatico sempre famelico di risorse energetiche. Dal canto suo Russia acquista dalla Cina automobili, manufatti di vario tipo, elettrodomestici e dispositivi tecnologici. Certamente le sanzioni occidentali scaturite dall'invasione russa dell'Ucraina hanno spinto Mosca tra le braccia di Pechino ed hanno contestualmente rafforzato la posizione congiunta di Cina e Russia che si va profilando sempre più come una partnership strategica. È interessante notare che la Cina

Sugli aiuti di stato alla compagnia di bandiera italiana

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  (Tempo di lettura 2 minuti – 08.04.2023) Recentemente la Commissione Europea, organo che vigila sul rispetto delle norme sulla concorrenza, ha sanzionato l'talia per aver erogato in prestito 400 milioni di euro nel 2019 alla compagnia aerea Alitalia. Questo tipo di decisione non è nuovo dal momento che nel 2017, sempre la Commissione, colpiva il governo italiano con una sanzione per aver concesso 900 milioni di euro ad Alitalia in aiuti incompatibili con le normative comunitarie vigenti. Il motivo di queste sanzioni risiede nel fatto che i governi italiani non hanno seguito la regola dell'investitore privato che vuole che, prima che si eroghi un prestito, l'operatore valuti la probabilità che il debitore restituisca le somme con i relativi interessi. Non avendo seguito tale criterio gli esecutivi che si sono susseguiti hanno conferito ad Alitalia ingiusti vantaggi economici rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali (aiuti di stato). Innanz

Quale valore ha il mandato di cattura internazionale emesso nei confronti di Putin?

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  (Tempo di lettura 4 minuti – 03.04.2023) Lo scorso 17 marzo la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di cattura nei confronti del presidente russo Vladimir Putin con l'accusa di deportazione di popolazione (bambini) e trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate della Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022. Si tratta di una decisione storica in quanto mai prima d'ora un capo di stato titolare di diritto di veto presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e nel pieno esercizio delle sue funzioni, è stato colpito da un provvedimento simile. Tale provvedimento comporta un obbligo di arresto, per i 124 Paesi che riconoscono la giurisdizione della Corte Penale Internazionale (e tra cui non figurano Cina, USA, India e Israele), del presidente Putin qualora questo visiti la loro nazione. Secondo la Corte con sede all'Aia Paesi Bassi, ci sono fondati motivi per ritenere che il leader del Cremlino si sia macchiato di crimin

Il Venezuela verso le elezioni presidenziali del 2024

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  (Tempo di lettura 5 minuti – 26.03.2023) Nicolàs Maduro, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha dichiarato lo scorso 11 marzo che nel 2024 ci saranno elezioni presidenziali nel Paese caraibico, che continuerà il suo cammino in “pace” e “democrazia”. Maduro, non solo si dimostra assolutamente refrattario sulla necessità che ci sia un riconoscimento internazionale sulla qualità del processo elettorale previsto per il 2024, ma si dichiara indifferente a ciò che pensa “l'imperialismo”, la “destra” o “l'Europa” sulle elezioni e sulla vita politica, sociale, istituzionale, culturale ed economica del Venezuela. Come conseguenza del naufragio dell'iniziativa del governo ad interim guidato da Juan Guaidò, l'opposizione venezuelana si trova divisa, ma si sta riorganizzando intorno all'implementazione delle elezioni primarie interne previste per il 22 ottobre 2023, con cui si andrà ad eleggere il candidato che si opporrà a Maduro nella competizione p