Cenni alla filosofia Oggettivista di Ayn Rand (1905 - 1982)

 



Introduzione: Presentazione di Ayn Rand e della sua filosofia Oggettivista 

Anche se l’influenza delle idee della Rand sul pensiero contemporaneo in generale è ancora da chiarire, già dalle prime battute della John Galt School 2024 risulta evidente che tali idee hanno lasciato un segno indelebile nell’ambito delle scuole del pensiero liberale giunte a maturazione nel corso del Novecento.

Solo dopo il successo degli scritti di fiction l’attività della Rand fu indirizzata all’approfondimento delle sue tesi filosofiche. Alla base della concezione dell’uomo e del suo vivere in società, nella proposta randiana si trova un elemento quantomeno inusuale agli occhi dell’uomo comune: l’egoismo, inteso non in senso corrente, e cioè in una accezione negativa quale perseguimento degli istinti più bassi e irrazionali, ma secondo la visione aristotelica, positiva, che lega l’egoismo alla virtù che porta gli uomini a compiere azioni giuste.

Accanto a questa dimensione individuale si colloca il sistema di pensiero Oggettivista, di cui la Rand è certamente capofila, e che è imperniato sulla realtà oggettiva e che si articola in:

1.     La metafisica e l’epistemologia (metodologia).

2.     L’etica.

3.     La politica.

L’epistemologia randiana è legata alla ragione, filtro di tutto ciò a cui l’uomo accede mediante i sensi e fonte fondamentale di conoscenza. Diversamente, la trama etico – politica del pensiero della Rand si rifà all’egoismo razionale attraverso cui la singola persona, unico soggetto morale, “cura il proprio interesse” in una prospettiva individualistica radicale che, portata alle estreme conseguenze, vede l’individuo come la più piccola delle minoranze (“the smallest minority on the earth is the individual”).

                                     Breve cenno alla vita di Rand

Ayn Rand (in origine Alissa Rosenbaum) nacque nel 1905 in un periodo particolarmente turbolento per la Russia Zarista: scossa proprio quell’anno da una rivoluzione sociale che anticipa la Rivoluzione d’ottobre del 1917 che colpirà severamente gli interessi della famiglia Rosenbaum. In fuga dal processo di costruzione del totalitarismo sovietico, Rand riesce a trasferirsi negli Stati Uniti nel 1926.

Rand, consapevole delle proprie potenzialità e forte delle proprie ambizioni in campo letterario, lavorerà sodo per conquistare una stabilità economica che arriverà solo negli anni Quaranta del secolo scorso. La stessa vita della Rand può essere paragonata alle epiche gesta degli eroi protagonisti delle sue opere, portatori di un io, di una personalità unica e irripetibile, che ha come missione la realizzazione di una vita eccezionale.

Dopo essere riuscita a diffondere i propri scritti e le proprie idee e attorniata da un gruppo di giovani cultori della sua persona e delle sue opere, come abbiamo sopra accennato, Rand lascia il segno nell’ambito del pensiero liberale. Infatti, Rand apri (probabilmente senza volerlo) la strada all’evoluzione che va, dalla teoria dello “Stato guardiano notturno” (che si occupa esclusivamente di sicurezza, difesa e amministrazione della giustizia), alle estreme conseguenze dell’anarco – capitalismo (in cui è l’esistenza stessa dello Stato che è messa in discussione). Ayn Rand muore a New York il 6 marzo 1982.

Principi: L’egoismo razionale e il capitalismo come valori centrali

Per quanto riguarda l’egoismo razionale, esso è da intendersi come quella spinta che incentiva l’uomo a provvedere al mantenimento della sua esistenza e a difendere i propri interessi. Qualora si condannasse questa spinta naturale, si finirebbe per affermare che la vita è un male.

Per Rand, i diritti naturali, quelli che preesistono l’esistenza delle istituzioni politiche e che afferiscono alla persona sono basati sui diritti di proprietà (senza i diritti di proprietà nessun altro diritto è possibile) e a ciò si accompagna un elogio del sistema politico americano che è riuscito, attraverso una oculata ripartizione del potere, a realizzare il governo limitato a tutela dell’individuo.

In generale, Ayn Rand si definì una militante radicale per la difesa del capitalismo, aspetto di primordiale importanza perché l’autrice era attiva in un periodo storico in cui, tra gli intellettuali occidentali, erano predominanti le idee a sostegno del socialismo, del comunismo, dell’intervento dello Stato nell’economia e, quindi, delle politiche economiche di stampo keynesiano. 

Opere: Analisi della fonte meravigliosa e la rivolta di Atlante

La fonte meravigliosa (The Fountainhead – 1943). Questo romanzo rappresenta forse il primo successo della scrittrice russo – americana. Il principale dei protagonisti è Howard Roark, un caparbio e razionale architetto che si batte affinché le sue opere architettoniche vengano accettate dalla società rispettando il criterio di originalità di ogni singolo edificio. Il culmine del romanzo è l’arringa con cui Roark si difende per aver fatto saltare un complesso residenziale che non rispettava i canoni del suo originale progetto. Il romanzo esalta il genio creativo dell’individuo che si scontra con il parassitismo sociale.

La rivolta di Atlante (Atlas Shrugged – 1957). In questo romanzo filosofico – distopico, ambientato in una America in cui sono scomparsi gli innovatori e gli imprenditori a causa del forte collettivismo che si abbatte sugli individui, due industriali si confrontano aspramente per contrastare l’ascesa del parassitismo. Centrale appare la figura di John Galt, individuo razionale, che esprime un codice di moralità basato su una idea di uomo che usa una comprensione volontaria e che porta al trionfo dell’individuo, dei suoi diritti e, quindi, alla rinascita della società.

Conclusione: Riflessione sull’impatto di Rand sulla società contemporanea

Non è una esagerazione affermare che viviamo in una società in cui la presenza dello Stato, attraverso le sue molteplici propaggini, è senz’altro preponderante. A monte di tale ipertrofica presenza c’è un altrettanto pronunciata tassazione che ha assunto negli anni un peso insopportabile. Da qui possiamo partire con il pensiero della Rand laddove sostiene che, la forza coercitiva alla base del prelievo fiscale è un principio di aggressione (vera e propria violazione dei diritti dell’individuo) in aperta collisione con l’assioma di non – aggressione.

Quanto sia realistico un modello di società in cui le funzioni statali vengono finanziate da contributi volontari dei cittadini (l’idea è proprio di Rand) non è un argomento finora chiaro.

Anche se non si volesse ridurre l’apparato statale ad uno schema in cui questo si occupa di pochissimi compiti essenziali è ragionevole pensare che, per come s’è evoluto, lo Stato andrebbe notevolmente ridotto con un contestuale aumento degli spazi per le iniziative private e, in ultima analisi, per l’individuo.

Secondo una prospettiva diversa, è evidente che la vita stessa della filosofa in esame può fungere da stimolo all’individuo affinché sia consapevole delle proprie capacità nell’ottica di realizzare una vita all’altezza delle proprie ambizioni ed attitudini. Anche se ciò potrebbe sembrare non collegato all’impatto sociale del pensiero randiano è lecito porsi una domanda: se la più gran parte degli individui nella società agissero secondo l’egoismo razionale, il bene cumulativo dell’agire dei singoli non porterebbe ad una società migliore?


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