Il Discorso della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen sullo stato dell’Unione 2025 e i riferimenti alla politica estera e di sicurezza

 


Il Discorso della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen sullo stato dell’Unione 2025 e i riferimenti alla politica estera e di sicurezza

(Tempo di lettura 5 minuti – 14.09.2025)

Ogni anno il Presidente della Commissione europea offre al Parlamento europeo il discorso sullo stato dell’Unione (“il discorso”); un’occasione per prendere atto dei traguardi raggiunti e per lanciare le iniziative che impegneranno l’organo esecutivo dell’Unione, alla luce della visione d’insieme che ne guida l’azione, nell’ambito delle complesse relazioni che si sviluppano entro l’architettura politico – istituzionale europea.

Quest’anno, per la precisione lo scorso dieci settembre a Strasburgo, la Presidente von der Leyen ha aperto il discorso trasmettendo da subito un senso di gravità poiché l’Europa è in lotta per il suo futuro, per le sue democrazie, per la sua libertà ed indipendenza, alludendo alla crisi globale, alle crude immagini che giungono da Gaza e ai ripetuti attacchi della Russia contro l’Ucraina. Un esplicito riferimento è stato fatto alla definizione in corso di un nuovo ordine mondiale che impone al Vecchio Continente di lottare se vuole garantirsi uno spazio confrontandosi con potenze che le sono talvolta apertamente ostili.

Fin dalle prime battute, l’indipendenza dell’Europa e la tutela della difesa e della sicurezza assumono nelle parole della von der Leyen una posizione centrale da cui scaturisce un sentito l’appello all’unità tra gli Stati membri, tra le istituzioni europee e tra le forze politiche democratiche per poter affrontare le pressanti sfide poste dall’attuale momento storico.

È proprio affrontando i due principali conflitti in corso in prossimità dell’Europa che si sviluppa l’intervento della presidente della Commissione. In primo luogo, si auspica una pace giusta e duratura per l’Ucraina perché la “libertà dell'Ucraina è la libertà dell'Europa” non mancando, peraltro, un riferimento alla recentissima e grave violazione dello spazio aereo polacco ed europeo da parte di più di dieci droni russi.

Gli strumenti da mettere in atto nel conflitto russo – ucraino sono sostanzialmente i seguenti:

1.      Aumento della pressione sulla Russia affinché si decida a negoziare la fine delle ostilità mediante l’applicazione del diciannovesimo pacchetto di sanzioni.

2.      Maggiore sostegno all’Ucraina, facendo leva anche sui beni russi bloccati.

3.      Proposta di un nuovo programma, il Qualitative Military Edge (Vantaggio militare qualitativo) a sostegno degli investimenti nelle capacità delle forze armate ucraine. In questa direzione si pone una proposta concreta: l'Europa anticiperà 6 miliardi di € dai prestiti per l'accelerazione delle entrate straordinarie e concluderà un'alleanza per i droni con l'Ucraina.

Ferma restando l’importanza della NATO, la Presidente accenna alla necessità che l’Europa si assuma la responsabilità della propria sicurezza e, nonostante i traguardi raggiunti con il piano “Prontezza 2030” (in grado di mobilitare fino a 800 miliardi di € di investimenti nel settore della difesa), è ineludibile l’impegno verso gli Stati che si trovano in prima linea a fronteggiare la minaccia Russa mantenendo alta la sorveglianza del versante orientale, dal Mar Baltico al Mar Nero. A tal proposito è stata annunciata la presentazione nel prossimo Consiglio europeo di nuovi progetti comuni in materia di difesa e la creazione di un nuovo semestre europeo della difesa.

Prima di passare allo scenario mediorientale si è anche fatto cenno all’allargamento dell’Unione europea che potenzialmente potrebbe incorporare Ucraina, Moldova e Balcani occidentali, si tratterebbe della prossima riunificazione dell’Europa che renderebbe la comunità più forte e più sicura.

Senza mezzi termini la presidente della Commissione definisce “atrocità” la carestia indotta che miete vittime innocenti a Gaza una situazione semplicemente inaccettabile. S’è tuttavia ricordato che il sostegno finanziario e gli aiuti umanitari apportati dall’Europa sono stati reali ed effettivi. Forse quanto più sorprende su questo ambito è l’annuncio della sospensione del sostegno bilaterale a Israele e le proposte che saranno avanzate presso il Consiglio di sanzioni da comminare ai ministri estremisti e ai coloni violenti e la prossima istituzione di un gruppo di donatori per la Palestina che prevede uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza.

È chiaro come la von der Leyen abbia tentato di accontentare anche la controparte di questo sanguinoso conflitto dimostrandosi sensibile alla sofferenza e al dolore degli ostaggi e delle loro famiglie ricordando come gli atroci attacchi del 7 ottobre, perpetrati dai terroristi di Hamas, abbiano scosso nel profondo la nazione di Israele. Inoltre, è stata sottolineata l’esigenza di rendere accessibili gli aiuti umanitari e la proclamazione di un cessate il fuoco mantenendo ferma la storica soluzione due stati per i due popoli.

Oltre a queste indicazioni, legate alla delicata e turbolenta congiuntura internazionale caratterizzata da una forte competizione, il discorso sullo stato dell’Unione verte su diverse tematiche dove si profila un approccio interventista della Commissione che prevede massicci piani di investimento in tecnologie digitali e pulite nell’ambito di una azione tesa ad agevolare le attività imprenditoriali in Europa a cui si affianca la necessità di completare il mercato unico, con particolare attenzione ai servizi finanziari, all’energia, alle telecomunicazioni e agli investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale.

Ovviamente non poteva mancare la conferma del Green Deal europeo, il riferimento all’economia circolare e al bisogno di una ambiziosa strategia europea contro la povertà in cui è sottointesa la volontà di guidare dall’alto un piano per eradicare la povertà entro il 2050.

In chiusura, il discorso sullo stato dell’Unione, rivolge l’attenzione al settore dell’informazione, un settore essenziale per ogni democrazia, da proteggere anche nell’ottica di favorire la stampa indipendente e i media aumentando in modo significativo i finanziamenti ad essi destinati.

Secondo le voci più critiche, il discorso sullo stato dell’Unione 2025, si pone come un rito istituzionale mancante di un sostanziale contatto con la realtà e forse anche come un cerimoniale fuori stagione. Il discorso, inoltre, pare elencare una serie di soluzioni già applicate, peraltro senza particolare successo o addirittura completamente inefficaci come, ad esempio, nel caso dei richiami alla difesa comune o al generico rilancio del Green Deal che non sono stati raccordati con adeguati strumenti operativi.

 D'altra parte, sembrerebbe che la presidente della Commissione abbia voluto ricercare il consenso delle forze politiche presenti nel Parlamento europeo portando alla luce un tema caro per ogni corrente politica: competitività per il Ppe, conferma del Green Deal per i socialisti, lotta alla povertà, da eradicare entro il 2050, per la sinistra, contrasto alla migrazione per i Conservatori, ancorando l’intervento a soli due impegni fattivi: sospensione degli accordi con Israele e sostegno alla stampa libera.

Infine, una cosa è certa ed è difficile mettere in discussione, se si vuole che l'Unione agisca rapidamente e sia in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini europei, con le parole della von der Leyen: "è arrivato il momento di liberarci dalle catene dell'unanimità".

Le fonti consultate:

Commissione europea, Discorso della Presidente von der Leyen sullo stato dell'Unione 2025

Comisión europea, Discurso sobre el estado de la Unión de 2025 pronunciado por la presidenta Von der Leyen

Tito C., Nel discorso di Von der Leyen un contentino per tutti. Ma senza anima

Basso F., Il discorso sullo stato dell’Unione europea di Ursula von der Leyen in diretta: «L'Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio. Sospensione dell'accordo bilaterale con Israele»

Bonini E., “Il mio è un dialogo sull’unità”. Col discorso sullo Stato dell’Unione von der Leyen chiede (di nuovo) la fiducia all’Aula

EduNews24, Discorso sullo Stato dell’Unione 2025: Analisi critica delle strategie di Ursula von der Leyen


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