Emergenza da Coronavirus tra autoritarismo e democrazia
(Tempo di lettura 3 minuti - 26.03.2020)
Mentre a livello mondiale è in atto la pandemia di Covid - 19 (Coronavirus) gli analisti prendono in esame le diverse risposte che gli stati della comunità internazionale hanno messo in atto per contrastare la diffusione del virus. Presi da pulsioni ideologiche profonde non mancano all'appello quelli che manifestano un vivo entusiasmo per le forme di governo autoritarie e per la loro rapidità e fermezza nell'attuazione delle misure di contrasto.
È innegabile che i regimi dittatoriali hanno la strada spianata nel mettere in campo provvedimenti drastici dato che non devono fare i conti con i diritti e le libertà dei consociati. La messa in quarantena, i fermi e le restrizioni applicate negli ultimi tempi a migliaia e migliaia di cittadini cinesi, nelle regioni maggiormente colpite dal Coronavirus, hanno certo contribuito a frenare i contagi, ma la domanda è: a quale prezzo?
In primo luogo, dobbiamo considerare che la priorità assoluta per il governo cinese come per le altre realtà autoritarie, non è certo la salute dei cittadini ma la perpetuazione al potere delle élite dominanti. Infatti nella fase iniziale dello scoppio dell'epidemia gli uffici di propaganda si sono dimostrati oltremodo fiduciosi occultando, tra l'altro, le origini del contagio e falsificando i relativi dati. Ricordiamo in proposito che il dottor Li Wenliang è stato censurato e privato della libertà personale semplicemente per aver parlato in pubblico del nuovo Coronavirus.
Per la stabilità del regime di Pechino è fondamentale l'operato del dipartimento di propaganda per pilotare i mezzi di comunicazione e l'opinione pubblica globale e mantenere sotto controllo la società cinese mediante censura. Se è vero che i regimi autoritari possono approntare risposte immediate a fronte di eventi calamitosi quali i terremoti, placare una epidemia può rivelarsi un affare particolarmente complesso.
Solo le società aperte possono garantire quel libero flusso di informazione, fondamentale per sconfiggere una malattia come il Coronavirus, minimizzando i danni e tutelando la libertà dei cittadini. A titolo di esempio possiamo osservare come Taiwan, a sole centodieci miglia dalla Cina, anziché occultare lo scoppio dell'epidemia ha adottato misure cautelari tempestive già nel dicembre del 2019. Gli organismi deputati ad affrontare l'emergenza hanno offerto conferenze stampa in maniera frequente mantenendo informata la popolazione sulle dinamiche in atto. Inoltre il governo della "provincia ribelle" di Taiwan ha usato strumenti digitali per comunicare con la cittadinanza spingendosi fino all'utilizzo dei popolarissimi social per combattere l'epidemia.
La società civile dell'isola asiatica ha anche utilizzato un software per individuare i principali punti di approvvigionamento dei dispositivi sanitari come le mascherine e s'è anche organizzata per verificare la fondatezza e correttezza delle informazioni diffuse al pubblico. È veramente difficile immaginare che comunità che non sono incoraggiate dal pubblico potere a pensare criticamente ma, peggio, sono represse nella loro sfera individuale, siano in grado anche solo di concepire soluzioni cosi creative come quelle appena richiamante.
È da lo scambio tra società civile e pubblici poteri che si creano delle sinergie in cui resta essenziale il flusso dell'informazione tra amministrazioni centrali, amministrazioni locali, rete sanitaria e cittadini, nell'ottica di adottare risposte efficaci e tempestive con la minore compressione possibile delle libertà in tempo di crisi. Le logiche repressive tipiche delle dittature poggiano sulla distorsione della realtà e sull'inganno in modo da limitare al massimo il rischio di critiche e la diffusione del dissenso.
Tenete sempre a mente che i sistemi autoritari non devono rispondere dei loro atti a nessuno e soprattutto che, all'occorrenza, anche le democrazie, come in tempi di guerra, possono sospendere le garanzie riconosciute alla cittadinanza nella misura strettamente necessaria ad una efficace tutela della salute pubblica. È assai probabile che nelle dittature in contesti di crisi, ai modi polizieschi e alla repressione si aggiungano ulteriori limitazioni delle libertà più o meno giustificate dal perseguimento del pubblico interesse. Una cosa è certa: se si parte da un contesto in cui le libertà personali sono compresse, l'emergenza sanitaria è una valida scusa per un giro di vite con cui si consolida il potere delle strette cerchie politiche a danno della massa degli amministrati.
Le fonti consultate:
Analisi Difesa: Coronavirus: il vero “modello cinese” a cui ispirarsi è quello diTaiwan
AGI: Tempismo e tecnologia, così Taiwan ha fermato il coronavirus
The Atlantic: Democracies Are Better at Fighting Outbreaks
Quartz: What all the countries that contained coronavirus have in common
The Diplomat: The Coronavirus Outbreak: How Democratic Taiwan OutperformedAuthoritarian China