Sugli effetti delle sanzioni internazionali contro il regime venezuelano

 



(Tempo di lettura 4 minuti - 16.05.2021)

Il tema delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale contro il Venezuela è assai controverso tanto che, con una semplice indagine sui più comuni motori di ricerca sul web, potete trovare segnali chiari della contrapposizione tra coloro che sostengono l’opportunità e l’efficacia delle sanzioni e coloro che vedono in tali provvedimenti un ingiusto accanimento sul popolo venezuelano, in particolar modo in questo difficile momento di pandemia da Covid – 19.

Anche se l’iniziativa più diretta e decisa nel sanzionare il regime Maduro risale al secondo mandato del presidente americano Obama, è comunque legittimo parlare di “sanzioni internazionali” perché, oltre gli USA, anche l’Unione Europea, il Gruppo di Lima e altre nazioni affini hanno adottato misure di diversa portata per esercitare pressione diplomatica contro il governo venezuelano.

Per avvicinarsi al nodo centrale del tema è necessario rispondere ad almeno una di queste domande:

ü Le sanzioni hanno acuito la crisi umanitaria in atto in Venezuela?

ü Quale impatto hanno le sanzioni sul popolo venezuelano?

ü Qual è la reale efficacia delle sanzioni nell’indebolire il regime Maduro?

Prima di rispondere ad almeno uno di questi interrogativi bisogna dare uno sguardo alle diverse tipologie di sanzioni e riconoscere, purtroppo, che il governo di Maduro si mantiene in piedi, non solo per la sua eccezionale capacità di adattamento, ma anche grazie al supporto di nazioni con cui ha una comunanza di interessi e vedute come Cuba, Cina e Russia.

Alcune delle sanzioni adottate contro il regime di Maduro

Già nel 2006 gli Stati Uniti iniziavano a dare corpo ad un insieme di atti per sanzionare l’inadempimento di obblighi internazionali da parte del Venezuela nell’ambito nella lotta contro il terrorismo prima, e contro il traffico di droghe poi.

Anni dopo, durante la presidenza di Barack Obama, gli Stati Uniti hanno varato dei provvedimenti per colpire, con sanzioni mirate, alcuni individui di spicco del regime per lesioni ai diritti umani, comportamenti antidemocratici e corruzione.

In questa breve ricostruzione risulta molto importante l’anno 2017 poiché in quel anno, sono state aggiunte, alle precedenti, sanzioni di natura finanziaria, con la finalità di escludere il governo venezuelano e PDVSA (l’azienda statale per il petrolio) dai mercati finanziari degli Stati Uniti.

La peculiarità della presidenza Trump è stata quella di passare a tipologie di sanzioni settoriali ad ampio spettro. Per esempio nel 2018 sono stati bloccate tutte le attività suscettibili di monetizzazione e sono state bloccate tutte le proprietà di PDVSA che erano sotto la giurisdizione degli USA.

Più recentemente le sanzione sono state dirette al governo Maduro con il congelamento di tutte le proprietà e, come contropartita, è stata data assistenza al popolo venezuelano con l’agevolazione per tutte le operazioni per le spedizioni di cibo, derrate agricole, medicine e aiuti umanitari.

Le sanzioni hanno accentuato la crisi umanitaria già in atto?

Anche se l’imposizione di sanzioni da parte di alcuni attori internazionali, ed in particolare gli Stati Uniti ha favorito la retorica diffusa dalla propaganda di Maduro, circa l’esistenza di una “guerra economica” in atto contro il popolo venezuelano, occorre precisare che c’è anche chi ha sostenuto con tanto di dati e cifre che già nel 2016, un anno prima dell’implementazione delle sanzioni finanziarie USA, il tasso di inflazione in Venezuela era al 255%.

Inoltre, la forte dipendenza dell’economia venezuelana, rispetto al petrolio, è una costante a cui la classe politica locale non ha saputo dare una soluzione neppure durante le gestioni del “chavismo”. Si pensi al fatto che nel 2015 la produzione giornaliera di petrolio era scesa a 2,4 milioni di barili e, ancora peggio nel 2018, tale produzione, era scesa a 1 milione di barili, ben prima che fosse adottato il pacchetto di sanzioni contro PDVSA.

Il movente delle sanzioni emesse da Washington ripercorrono quanto era stato addebitato al regime da amministrazioni precedenti: supporto al terrorismo, coinvolgimento a vario titolo in traffico di droghe, violazioni dei diritti umani, corruzioni, riciclaggio di denaro e reati di natura finanziaria. La differenza è che per Trump le sanzioni avevano un significato individuale in quanto mirano a colpire individui del regime stesso o che vi ruotano attorno.

Ciò che si vuole qui sostenere è che, per quanto diverse e complesse, le sanzioni che hanno colpito i governi bolivariani non sono state la causa delle terribili condizioni socio – economiche in cui versa il Venezuela oggi e già prima che fossero applicate le sanzioni. Come s’è accennato l’iperinflazione risale a prima del 2016 e tra il 2013 ed il 2016 s’è verificato un forte calo delle importazione delle medicine. Nello stesso periodo più di 2 milioni di venezuelani avevano già abbandonato il Paese, il tutto nell’ambito di una impennata del tasso di mortalità infantile che al tempo aveva raggiunto il 44%.

Chi è davvero il responsabile del disastro in Venezuela?

Valutare quale sia l’effettivo impatto delle sanzioni internazionali sul regime di Maduro non è cosa facile e sembrerebbe che lo stesso Maduro non riesca a fornire, dati incontrovertibili, che vadano oltre la solita retorica del vittimismo dal imperialismo yankee.

Risultano invece evidenti le azioni di cui questa irresponsabile “rivoluzione chavista” che non intende rispondere del suo operato malgrado la tagliente evidenza della sua malafede e del suo fallimento.

Non può essere considerato casuale l’incessante sete di accentrare e consolidare il potere, lo sconvolgimento dell’assetto istituzionale per evitare a tutti i costi i possibili cambiamenti tanto voluti da milioni di venezuelani.

Su questo punto basta ricordare il rafforzamento del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ – Corte Costituzionale del Venezuela) e la malcelata esautorazione della Asemblea Nacional (Parlamento Venezuela). Si aggiungano inoltre la corruzione su larga larga scala, la fidelizzazione dei militari tanto utili per mantenere il potere, la soppressione dei diritti e delle libertà politiche e la negligenza generalizzata nella gestione della cosa pubblica.

Recentemente, all’inizio del 2021, l’Unione Europea ha imposto sanzioni contro 19 persone legate al regime di Caracas e tali provvedimenti hanno riscosso un buon grado di apprezzamento a Washington in quanto si consolida il fronte delle nazioni che un ritorno alla libertà e alla democrazia in Venezuela.

Per quanto riguarda l’amministrazione Biden, questa sembra essere protesa verso l’attivazione di uno sforzo di cooperazione multilaterale per aiutare il popolo venezuelano ad uscire dalle evidenti difficoltà politiche ed economiche.

Le fonti consultate:

Moises Rendon, Are Sanctions Working in Venezuela?

Noelani Kirschner, U.S. sanctions on Venezuela explained

Andrea Bianchi, L’Unione europea rinnova le sanzioni contro il Venezuela

Congressional Research Service, Venezuela: Overview of U.S. Sanctions

Brookings, Impact of the 2017 sanctions on Venezuela: Revisiting the evidence

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